Notti
roventi. Estate in città. Parafrasando il titolo di una nota canzone avreste
trovato "più di una rosa a Spanish Harlem"' nella New York del 1975. Le
strade pulsavano di musica che traboccava dagli stereo delle automobili,
dalle bodegas, dalle finestre aperte delle case. I like to be in America.. a
patto di avere sottomano questa musica urbana da "gringo", speziata con
jungie fever afrocubana. Formatosi al suono della grande orchestra di Xavier
Cugat, nutrito dalla potenza percussiva di grandi artisti latino-americani
come Tito Puente e altri re dei mambo e in linea con l'estetica disco -
sempre vicina alla sensibilità popolare - un nuovo sound urbano venne alla
ribalta con la cover strumentale di
The Bottle di Gil Scott-Heron approntata
da Joe Bataan. Grazie a quel suono di sax "sporco" e a quella sezione di
fiati tagliente distesa su un travolgente ritmo di salsa (incredibilmente
registrato dal vivo al primo tentativo),
il brano sconvolse le classifiche e
lanciò una nuova realtà nell'industria della disco music. Il disco ebbe un
tale riscontro commerciale che la Mericana Records, compagnia attiva da anni
sul versante della
musica latino-americana, decise che era il momento di
creare una sezione dedicata esclusivamente alle produzioni disco. La nuova
etichetta fu chiamata Salsoul Records. Con un multicolore arcobaleno al neon
a fare da logo, la Salsoul si caratterizzava per le sue musiche orchestrate
in stile Philadelphia International Records, con
massicce sezioni di archi e voci molto soul.
Ispirata al modello MFSB - impiegando molti degli stessi turnisti utilizzati
nei classici dell'epopea Philly - la
Salsoul Orchestra fu messa in piedi dal
produttore Vincent Montana Jr. che scriveva e arrangiava i brani che la
resero popolare:
Nice 'N' Nasty,
You
Are Just The Right Size e
Chicago Bus
Stop (Ooh, I Love It). La Salsoul Orchestra incontrò i gusti dei grande
pubblico con alcuni pezzi divenuti oggetto di culto, come
Salsoul 3001
(versione disco del famigerato Also Sprach Zarathustra di Richard Strauss),
Tangerine (pretenzioso aggiornamento
dello standard di Johnny Mercer),
Street Scene e persino con un medley di brani tratti dai famosi musical di
Broadway Il violinista sul tetto e West Side Story. Derisi dalla schiera
funky della nascente società disco. Questi frammenti di stramberia esotica
si accattivarono le simpatie dei fans più estremisti. L’orchestra raggiunse
l'apoteosi del kitsch con
Christmas jollies, due album che mescolavano insieme canzoncine giocose (Rudolph The Red-NosedReindeer), canti di chiesa (Sílent Night) e brani dall’andamento
vacanziero (Merry Christmas All) cantati dalla figlia di Montana, Denise,
con i cori di Carla Benson, Yvette Benton e Barbara Ingram, tre
ragazze (il
cui nome collettivo era Sweethearts of Sigma - derivato dai Sigma Sound
Studios di Philadelphia) - che costituivano l'anima di tante produzioni Salsoul. Anche le
First Choice, un altro gruppo di coriste che aveva
registrato per la Philadelphia International
Records brani commerciali come
Armed
and Extremely Dangerous e
Smarty Pants, ebbero grande fama sotto l'egida
Salsoul, con gli intramontabili
Dr.Love e
Let No Man Put Asunder.
L’indiscussa regina del sound Salsoul fu però
Loleatta Holloway. Mentre la
maggior parte delle dive disco puntavano sullo stile più che su vere e
proprie doti vocali, la formidabile voce di Loleatta
ha fatto tremare i muri
delle sale da ballo per decenni, da quelle della New York anni Settanta a
quelle di oggi a Ibiza, facendone una protagonista permanente della cultura
da club.
Loleatta
aveva sviluppato la propria abilità vocale cantando
insieme alla madre nelle chiese e nelle comunità religiose di Chicago, dove
ebbe anche il primo contatto col mondo dello spettacolo quando fu
scritturata per il musical Dont Bother Me 1 Cant Cope. Dopo diverse tournée
e dopo aver ottenuto alcuni successi minori col futuro produttore e marito
Floyd Smith, nel 1976
Loleatta
attirò l'attenzione di Norman Harris. Grazie
alle sofisticate tecniche di incisione disponibili negli studi di
registrazione dell'etichetta di Harris, la Cold Mind, il talento di
Loleatta
poteva essere pienamente messo in luce. Come collaudo venne pubblicato Worn
out Broken Heart, una ballata incentrata sulla dolente invocazione di una
donna distrutta da una relazione vicina alla fine. La collaborazione Holloway/Harris continuò a dare frutti e la passionalità della sua voce, già
evidente nel primo singolo, conferì al suo album d'esordio
Loleatta, uscito
nel 1977, una straordinaria incisività che la proiettò al di fuori dei
circuito minore, con tre brani che sconvolsero le discoteche di tutto il
mondo. Due di essi,
Hít and Run e Ripped of, sono accompagnati da sostanziosi
riff di chitarra e contengono grintosi testi a base di cavalieri infedeli e
anelli di diamanti rubati. Di
Hít and Run in particolare esiste una versione
di 11 minuti prevalentemente
percussiva realizzata da
Walter Gibbons, e
contenuta nel cofanetto
"Mixed With Love The Walter
Gibbons Salsoul Anthology"
che
diverge dalla struttura originale della canzone, esplorando le potenzialità
dei suo micidiale groove cui si sovrappone la dolente voce di
Loleatta. Il
terzo brano da club dell'album era Dreamín' Dopo l'esposizione di un tema
melodico in tipico stile Philly tenuto discretamente in sottofondo, il brano
- il cui testo mette in guardia gli adulteri esplode in un lungo, urlato
confronto d'ispirazione gospel tra un’estatica
Loleatta
e il coro femminile
che l'accompagna: fuochi d'artificio vocali... ascoltare per credere!
Runaway, scritto
da Vincent Montana Jr., inserito nell'album della
Salsoul
Orchestra Magic Journey,
fu un altro solido standard da club, con una voce
molto "jazzata" e un disinvolto assolo di Montana al vibrafono. Queen of the
Night, uscito l'anno successivo, funzionò soprattutto nei club undergound.
Stessa sorte ebbe il brillante The Greatest Performance of my Life, tratto
dall'album Loleatta Holloway del '79. Lo stesso anno Loleatta contribuì alla
storia della disco music con un brano entrato nella leggenda dei locali da
ballo, l'intramontabile
Love Sensation di
Dan Hartman. Agli antipodi
dell'esperienza di
Loleatta Holloway, si situa
Charo, focosa diva latina
della Salsoul. Originaria della Murcia in Spagna,
Charo
aveva fatto il suo
ingresso nel mondo della musica a metà anni Sessanta sposando
Xavier Cugat e
cantando con la sua orchestra per tre anni. In questo ambiente aveva,
imparato a comunicare col pubblico, fino a trasformare la sua cattiva
pronuncia inglese in un affascinante vezzo. Il suo modo di biascicare,
mormorare e soffocare le parole finì per divenire popolare non solo su
disco, ma perfino in una serie di apparizioni televisive - nel serial
The
Love Boat ad esempio - e cinematografiche in Airport 80. Poiché fino a quel
momento nessuna produzione Salsoul aveva ancora conseguito un successo di
vendite sostanzioso - come se a ciascuna mancasse qualcosa per andare a
segno da un punto di vista commerciale - i manager dell'etichetta videro in
Charo
il perfetto veicolo promozionale per conquistare prima di tutto il
pubblico Gay. Il suo travolgente album
d'esordio,
Cuchi-Cuchi, conteneva
brani elettrici come le due versioni isteriche di Let’s Spend the Nigbt
Together e di Speedy Gonzales, accanto a successi da club usciti dalla penna
di Vince Montana, a un
Dance a Líttle Bit Closer deliziosamente allusivo e a
una title track dal favoloso gusto di flamenco.
Charo
avrebbe inciso solo un
altro album sotto il marchio
Salsoul
e i brani di questo secondo disco
includevano The Love Boat Theme, Stay with Me e, dato che era anche una
brava chitarrista classica, una fantasmagorica versione da dieci minuti del
Concierto de Aranjuez di Rodrigo. Per dare il tocco finale "alla
Charo", il
brano Ole Ole fu ristampato anche come singolo da 12"Inche su vinile color rosa
shocking. La
Salsoul
decise in seguito di esplorare altre strade per cercare
di ottenere quel successo da
classifica che appariva
inafferrabile. Nel 1975 il
produttore
Tom
Moulton
aveva remixato per il mercato americano
El Bimbo
di Bimbo Jet, successo dell'estate in Europa. E proprio sulle tracce di Moulton, la
Salsoul
cominciò a ispezionare il mondo in cerca di brani che
avessero la stessa capacità di far soldi. Alla fine si trovarono in mano
alcuni candidati che lasciavano ben sperare:
Kíng of Clubs dei Chocolats
(Belgio), Love Is Still Blue di Paul Mauriat e la sua orchestra (Francia) e
Spring Rain di
Bebu Silvetti (Spagna), quest'ultimo il classico esempio di
un’industria disco europea che nasceva ispirandosi al modello americano.
E'
non a caso, con la sua irresistibile introduzione
di pianoforte, proprio il
leggerissimo brano di Silvetti
divenne il primo consistente successo
mondiale della
Salsoul. Prima della chiusura, avvenuta nel 1985, l'etichetta
mise comunque a segno alcuni altri buoni colpi, come il percussivo
Jingo di
Candido,
Ain't
No Mountain High Enough di
Inner Life,
This Will Be a Níght
To Remember di Eddie Holman,
I Got My Mind Made Up
di
Instant Funk
e
Helplessly dei
Moment of Truth. L’eredità del fenomeno
Salsoul
è tenuta viva
ancora oggi nell'ambiente dei club dagli innumerevoli campionamenti dei suoi
brani (Ride on Time dei Black
Box usa svariati frammenti di
Love Sensation)
e dallo sfrenato collezionismo attorno ai prodotti dei tempi d'oro della
compagnia. A cominciare dalle tanto discusse T-Shirt, che nella pubblicità
furono fatte indossare da una
delle più note modelle Americane
degli anni 70
Ellen Michaels, con la scritta "Dance
Your Ass Off" che oggi hanno quotazioni altissime presso gli amatori di questo
genere di rarità.
Da: "Love Train"
La Grande Storia Della Disco Music
Titolo Per Titolo, Notte Per Notte.
Dia Alan Jones e Jussi Kantonen
© 2000 Arcana srl™
Un giornalista (Alan Jones) e un dj (Jussi Kantonen) ci fanno da
guida nel mondo rutilante e fragoroso della Disco music, quella
nata nei club underground delle metropoli americane agli inizi
degli anni Settanta, come espressione di un mondo all'epoca
sicuramente proletario ed emarginato, che non si riconosceva nel
tronfio rock allora imperante, ma neppure nella risposta
trasgressiva del punk, allora agli albori. L'epopea della Disco
che ci raccontano Jones e Kantonen è un appassionato affresco di
un mondo di giovani neri, latini, gay, operai, disoccupati, con
pochi soldi in tasca e una gran voglia di divertirsi, di essere
"speciali" almeno per una notte. E' la "Febbre Del Sabato Sera",
è la scoperta del "Dancefloor" come palcoscenico per una notte.
Gli autori inneggiano a quell'epoca e alla freschezza e all'inocenza
che accompagna ogni movimento nel suo nascere, ma raccontano
anche quella che la Disco è poi diventata, un filone da
sfruttare attraverso dischi, Film, locali, mode. "Love Train"
esplora anche tutti i sottofiloni della Disco (dalla "Gay-Disco"
alla "Euro-Disco"), con un'ottima documentazione che ne fa un
libro prezioso, non solo per i forzati del dancefloor.
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il
ricordo
dei suoi
artisti.
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Moltissimi brani del
repertorio Salsoul
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Funk..."
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Stefano SunnyDeejay
dedicato ai grandi
successi e alle
rarità della Disco
Funky anni 70 e 80.
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Goooood Listening!!!
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Love Saves The Day
Questo
è il libro che meglio descrive il fenomeno Disco
Culture degli anni 70 la dove nasce, negli Stati
Uniti D'America. Un incredibile resoconto
minuzioso dei Locali e dei Deejay che con le
loro programmazioni musicali hanno saputo creare
un fenomeno di costume che in seguito fu
esportato in tutto il Mondo.
Love Saves The Day
è un libro scritto da
Tim Lawrence,
ed è un validissimo primo passo per chi si vuole
avvicinare al magico mondo Disco degli anni 70
con tutti i suoi personaggi le loro incredibili
storie direttamente raccontate da chi le ha
vissute..... [Continua....]
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